«Il Friuli Venezia Giulia è fra le ultime regioni italiane a presentare all’Unione Europea il nuovo Programma Operativo Regionale. Questi ritardi, sommandosi con quelli relativi al Contratto di Parternariato siglato a livello nazionale, creano impedimenti ed ostacoli allo sfruttamento dei fondi che l’Unione mette a disposizione dei singoli stati, fondi destinati alla crescita e allo sviluppo economico e sociale delle comunità». Lo denuncia l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Marco Zullo, che in particolare sottolinea come la Regione Fvg non abbia ancora chiuso «la preparazione delle Smart Specialization Strategies, ovvero le macro aree di intervento, strategiche perché dovrebbero costituire gli ambiti di specializzazione che offrono maggiori prospettive di crescita economica, sui quali concentrare gli sforzi e i contributi. La scadenza per consegnare questi documenti era stata fissata il 22 luglio 2014», evidenzia Zullo.

Il nuovo ciclo di programmazione della Politica di Coesione 2014-2020 prevede, come condizione ex ante per l’utilizzo delle risorse comunitarie, che le autorità nazionali e regionali mettano a punto strategie di ricerca e innovazione per la “specializzazione intelligente”, al fine di consentire un utilizzo più efficiente dei fondi strutturali e un incremento delle sinergie tra le politiche comunitarie, nazionali e regionali.

Le Regioni di tutti gli Stati membri sono chiamate a redigere un documento che delinei, a partire dalle risorse e dalle capacità di cui dispongono, la propria Smart Specialisation Strategy, identificando i vantaggi competitivi e le specializzazioni tecnologiche più coerenti con il loro potenziale di innovazione e specificando gli investimenti pubblici e privati necessari a supporto della strategia.

10333311_1492620074305971_5509764852253389323_o«Si tratta in pratica di individuare i settori più promettenti in un’ottica di crescita economica sostenibile e concentrare i finanziamenti in modo da incentivare anche le sinergie reciproche tra diversi ambiti – sottolinea l’europarlamentare pentastellato -.  Sia il Por che le Smart Specialisation Strategy devono quindi basarsi su un’analisi approfondita dello stato di fatto dell’economia regionale. Le Smart Specialisation Strategy Smart Specialisation Strategy della regione non sono ancora disponibili, il Por sì: la parte di analisi del Por predisposta dalla Direzione centrale finanze, che fa capo all’assessore Francesco Peroni, risulta carente, e le linee di intervento ricalcano quasi completamente quelle inserite nel Por precedente, predisposto nel periodo ante-crisi, a cavallo tra il 2006 e l’inizio del 2008. Saltano all’occhio gli 11,5 milioni di euro stanziati per programmi di sviluppo urbano per l’intera regione e i ben 9,2 milioni per l’assistenza tecnica, ovvero messi a disposizione degli uffici regionali preposti all’attuazione e al controllo».
Le S3 in particolare sono la base sulla quale strutturare gli interventi sia del POR che del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) che del FSE (Fondo sociale Europeo) che del FEP (Fondo Europeo per la Pesca) ovvero costituiscono le linee guida per l’utilizzo del grosso dei Fondi Strutturali, 230 milioni di euro solo per il Fesr. «La Regione Emilia Romagna ha preparato un documento a parte – spiega Zullo – mentre il Fvg le ha incluse, poco più di una traccia, nel Por Fesr, immagino sapendo che sono carenti e che andranno integrate successivamente».