Non credo sia dovuto al caso il risultato della prima tornata elettorale francese. Quest’espressione popolare, peraltro dalla partecipazione molto elevata, innanzitutto evidenzia una crisi profonda dei partiti tradizionali.

Elezioni_Francia_3

Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica in Francia, nessuno dei due candidati dei grandi partiti di centrosinistra, ovvero i socialisti, e dall’altra parte i Républicains, va al secondo turno, al ballottaggio.

Indipendentemente da chi vincerà il prossimo 7 maggio comunque alcune considerazioni si possono chiaramente fare già adesso.

La prima è che evidentemente i partiti tradizionalisti, quelli che hanno appoggiato le politiche di austerity europee, peraltro senza ottenere alcun risultato positivo apprezzabile, tutt’altro, pagano giustamente il prezzo delle loro scelte sbagliate.

In secondo luogo poi, se qualcuno dovesse chiedersi se il M5S si confronterà con il partito vincitore, la risposta è sì chiunque esso sia, purché il confronto sia utile a condurre l’Europa ai suoi veri valori smarriti chissà dove, cioè a quelli di “comunità”, a cui evidentemente i partiti che l’hanno governata e gestita sino ad oggi non hanno pensato di ispirarsi. E adesso ne devono dar conto ai loro cittadini.

Francamente non mi interessa che al ballottaggio vinca l’uno o l’altra, perché so che comunque il M5S non ha alcuna affinità elettiva con questi partiti. In questi anni non abbiamo visto la Le Pen tagliarsi un euro di stipendio qui in Parlamento europeo, non abbiamo visto rappresentanti della società civile eletti tra le sue fila, sono comunque i “soliti noti”, la loro cultura non ci appartiene.

Lasciamo volentieri Renzi e a Salvini cimentarsi nello sport nazionale dell’appoggio politico all’una o all’altro candidato, noi tiriamo dritto per la nostra strada, quella segnata dai cittadini.