Non solo gli ex commissari sono a libro paga delle multinazionali, per conto delle quali fanno pressioni nei confronti degli attuali rappresentanti della Commissione per modificare proposte di legge e regolamenti, ma a volte infrangono le regole che la stessa Commissione ha scritto.

Per l’ex commissario estone Siim Kallas le porte del Berlaymont, il palazzo della Commissione Ue, non esistono neppure. Terminato il suo mandato da commissario, Kallas è stato nominato consigliere speciale dell’attuale commissario lettone Valdis Dombrovskis.

In aprile, l’esecutivo che ogni mese paga a Kallas un cospicuo stipendio ha detto a Kallas che stava facendo qualcosa di illegale: lobbying per la società di software Nortal per la quale Kallas lavora. Naturalmente, chi lavora in Commissione non può lobbare la Commissione e deve attendere 18 mesi dalla scadenza del suo contratto per cominciare a farlo.

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Eppure l’ex commissario ai Trasporti Kallas, il 29 gennaio 2015, ha incontrato l’attuale commissario ai Trasporti Violeta Bulc. Ma per dirgli cosa? La Bulc ha parlato di “visita di cortesia a titolo personale”.

In Commissione sembra che si vogliano davvero tutti bene, perché le visite di cortesia tra ex commissari sono all’ordine del giorno. Anche l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, commissario tra il 2004 e il 2008, ha definito “visita di cortesia” l’incontro con l’attuale commissario Frans Timmermans.

Il soggetto dell’incontro scritto da Frattini, secondo il registro di trasparenza, è quello di “legiferare meglio”, ma gli uomini vicini all’ex ministro giurano che quello con Timmermans sia stato solo l’incontro tra due vecchi amici. Quanto sono intensi e profondi i rapporti nati all’interno della Commissione.