Sempre di più sono le cause legali che vengono messe in piedi contro la Monsanto, la multinazionale che si occupa di biotecnologie agrarie e che da qualche mese è stata acquisita dalla Bayer. La storia che negli ultimi giorni ha ottenuto maggior risalto mediatico è stata quella di DeWayne Johnson, un ex giardiniere che per lavoro ha fatto uso per molti anni dell’erbicida RoundUp, prodotto dalla Monsanto. Oggi Johnson è un malato oncologico con linfoma non-Hodgkin, un tumore maligno del sistema linfatico, che ha avuto il coraggio di portare in tribunale la multinazionale, accusandola di aver nascosto i rischi del glifosato sulla salute. Ora il giudice ha decretato, prendendo in analisi questo caso e gli altri che si sono attivati denunciando la Monsanto, che ci sono prove sufficienti per la giuria per dire che il glifosato provoca il cancro. Per arrivare a tale affermazione sono stati mobilitati degli esperti, incaricati di ricercare la relazione tra glifosato e linfoma non-Hodgkin, l’unico tipo di cancro che ad oggi è direttamente legato a questa sostanza chimica. Ovviamente la Monsanto continua a negare qualsiasi legame tra glifosato e tumori, sostenendo che la propria posizione sia supportata da oltre 800 studi scientifici. Ma dopo lo scandalo dei “Monsanto Papers”, sappiamo bene come l’azienda sia stata coinvolta in situazioni che minano fortemente la sua credibilità. Infatti, proprio in tale occasione la multinazionale ha dato una grossa prova di slealtà. Ha coinvolto diversi scienziati autorevoli facendo firmare loro dei testi, dove si smentiva la pericolosità del glifosato nei confronti della salute dell’uomo. Peccato che i testi fossero usciti proprio dalla penna della stessa Monsanto e firmati da scienziati di fatto “prestanome”, senza essere stati supportati da controstudi che ne confermassero la veridicità. Inoltre, ricordate il caso dell’EFSA? Rileggete qui l’articolo: https://bit.ly/EFSA_glifosato. Ancora una volta, troviamo dimostrazione di come quest’azienda multinazionale giochi sporco nei confronti dei consumatori, distorcendo la scienza a proprio favore e a scapito poi di tutti coloro che ci hanno rimesso e ci rimetteranno la salute.