Il Bene comune deve essere garantito e salvaguardato, direttamente o indirettamente, da un sano Pubblico. E così deve essere anche per il settore idroelettrico in Friuli Venezia Giulia.

La costituzione di una società deputata a svolgere un ruolo di garanzia per il settore idroelettrico non dovrà essere chiaramente l’ennesimo valzer di poltrone: potrebbe essere presieduta a rotazione dagli amministratori delle comunità interessate e attingere alle professionalità già presenti tra i dipendenti e i funzionari della Regione e delle Province, che dall’ente regionale saranno in larga parte assorbiti.

Tra gli obiettivi da perseguire, come ricordato anche dai comitati, la definizione della nuova legge sulle concessioni, in accordo con territori e comitati e la realizzazione delle opere minime per salvaguardare il territorio.

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La situazione in Fvg

In Fvg il settore idroelettrico, fondamentale per la nostra economia, si trova perlopiù in mano a società extraregionali. Di recente, ben 23 centrali in Fvg (tutte, ad esclusione di Somplago e Ampezzo) sono passate da Edipower ad Edison transitando per la Società Elettrica Altoatesina (Sel). Al termine di questa operazione, le centrali idroelettriche in Fvg sono di fatto di proprietà di aziende extraregionali, che ottengono utili a spese del nostro territorio: un cortocircuito economico inaccettabile, rispetto al quale la Regione dovrebbe intervenire in maniera decisa.

E’ inammissibile che il pubblico non sia in grado di esercitare un ruolo di garante nella gestione dell’idroelettrico: la soluzione di una Fvg Energy Company, sul modello di quanto già avviene in Trentino Alto Adige, potrebbe essere quella più concretamente percorribile.

Le possibili conseguenze

L’operazione di concentramento delle centrali nelle mani di Edison potrebbe avere ripercussioni pesanti per la nostra regione. I controlli sulle acque del bacino montano del Tagliamento sono sempre meno frequenti, la situazione del lago di Cavazzo è estremamente preoccupante, al pari dell’area di scarico della centrale di Somplago.

Il fatto che le centrali idroelettriche vengano gestite da società che non appartengono al territorio rischia di peggiorare la situazione sotto molti aspetti: la ricchezza prodotta esce dai confini regionali e le grandi potenzialità turistiche del bacino vengono, di fatto, anestetizzate.

Faremo pressione sulla presidente della Regione Debora Serracchiani perché il bene dei cittadini che vivono nell’area del bacino diventi una priorità e affinché sia possibile gestire in casa le risorse idroelettriche. Perché l’acqua è di tutti e gli unici a doverne trarre vantaggio sono i cittadini, non multinazionali che hanno come interesse finale unicamente il guadagno.