Il testo originale della relazione di iniziativa sul mercato europeo approvata in Parlamento Europeo nella commissione Mercato Interno e Protezione Consumatori conteneva già molti spunti positivi e credo che attraverso le negoziazioni tra relatori ombra siamo riusciti a migliorarlo ulteriormente ottenendo un testo coerente che riesce a conciliare le diverse istanze emerse.

Gli emendamenti di compromesso riflettono bene questa collaborazione.

Penso che ne emerga l’attenzione per la salvaguardia del cittadino inteso come consumatore ma anche come lavoratore, che necessita adeguate tutele, ma allo stesso tempo abbiamo ben ribadito l’importanza di creare un mercato fertile per la crescita delle Pmi attraverso norme semplici e chiare.

Credo che anche su un tema controverso come quello costituito dalla sharing economy si sia raggiunto un compromesso equilibrato. Pur nella consapevolezza di dover salvaguardare gli interessi di quanti operano sul mercato, si chiede alla Commissione di dimostrarsi lungimirante e assumere un ruolo di coordinamento per poter gestire delle esigenze completamente nuove e non lasciare che gli Stati membri adottino soluzioni contrastanti che potrebbero frammentare ulteriormente il mercato.

Il progresso tecnologico ci spinge verso una maggiore uniformità: sarebbe miope lasciare che l’intervento legislativo andasse nella direzione opposta. Certamente, in un settore così innovativo, bisogna che anche chi è chiamato a normarlo si dimostri altrettanto duttile, e perciò non si limiti ad applicare le norme esistenti senza preoccuparsi se esse siano o meno compatibili, ma sia in grado di elaborare soluzioni meno tradizionali ma che riescano a permettere a queste nuove tipologie di servizio di svilupparsi al meglio per il consumatore, senza dall’altro lato compromettere quanto esiste già e funziona.

Un’altra nota positiva viene dal paragrafo in cui si ricorda alla Commissione la richiesta, da parte del Parlamento, di un intervento legislativo per l’istituzione di un sistema di tutela basato sulle indicazioni geografiche per i prodotti non agroalimentari, così come approvato a larga maggioranza qualche mese fa. Un sistema che permetterebbe alle eccellenze del nostro continente di vedere riconosciute le proprie peculiarità e dare un vantaggio competitivo nei confronti dei prodotti a basso costo provenienti dalle economie emergenti. Un elemento, quest’ultimo, al quale si aggiunge l’indicazione di provenienza e di produzione nelle etichette, il cosiddetto “Made In“, che è oggetto di un differente paragrafo.

Una richiesta che supporto perché ritengo che maggiori informazioni al consumatore possono aiutarlo a compiere una scelta più informata e consapevole, e non rappresentino affatto un ostacolo alla libera circolazione. Mi spiace invece che non si sia arrivati ad un compromesso anche per quanto riguarda la possibilità di produrre farmaci generici in Europa prima della scadenza del brevetto, pur senza commercializzarli nell’Unione, così come suggerito dalla Strategia della Commissione. Insieme ad altri colleghi abbiamo depositato degli emendamenti in tal senso e mi auguro che essi possano essere adottati: si tratta di una riforma che, pur facendo salvi i diritti dei titolari della licenza, permetterebbe di far rientrare nel continente cicli di produzione che attualmente hanno luogo in Paesi terzi, con evidenti ricadute positive in termini di occupazione e investimenti.