Dobbiamo domandarci perché alcuni richiedenti asilo non vogliono rimanere in Italia e in Friuli Venezia Giulia e perché altri invece, pur allontanati, decidono di tornare spontaneamente. Ed è necessario andare oltre a meccanismi che favoriscano in qualsiasi modo l’insinuarsi di fenomeni speculativi economici, mettendo tutte le istituzioni coinvolte attorno a un tavolo per elaborare una strategia condivisa, concreta e reale, che tenga conto del rispetto sia dei migranti che dei cittadini dei territori nei quali questi vengono ospitati.

Il sistema dell’accoglienza dei richiedenti asilo, in regione come nel resto d’Italia, ha dimostrato tutti i propri limiti. Lacune evidenti, che si ritorcono contro i migranti che approdano nei nostri territori, ma pure sui cittadini, poco e mal informati dalle istituzioni su quanto sta accadendo. L’evento migratorio più importante degli ultimi cento anni, ampiamente previsto e annunciato dai primi approdi ormai più di due anni fa, anche sulla rotta balcanica, ha colto senza giustificazione impreparate l’Europa, lo Stato, le Regioni e i Comuni, favorendo gli interessi anche criminali di chi tenta di trasformare la partita dell’accoglienza in business. 

Venerdì 18 dicembre abbiamo parlato del delicatissimo tema dell’immigrazione nella sala conferenze del Best Western Gorizia Palace all’interno dell’iniziativa “E’ permesso?” organizzata dal gruppo europarlamentare Efdd (Europe of freedom and direct democracy), di cui faccio parte, e dai gruppi consiliari comunali goriziano e gradiscano del Movimento 5 Stelle, insieme ai meetup. 

Oltre a me, sono intervenuti i portavoce europei del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao (componente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni) e Fabio Massimo Castaldo (membro della commissione per gli affari esteri), il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, l’assessore regionale alla Solidarietà, Gianni Torrenti, e Tamara Lauri, dell’associazione Insieme con voi, nata nel corso dell’anno e animata dai volontari che nel corso di questi mesi hanno supportato gli immigrati in attesa del rilascio delle pratiche per l’ottenimento dello status di rifugiato giunti nel capoluogo isontino. A moderare l’incontro, nel corso del quale sono intervenuti anche la consigliera regionale Ilaria Dal Zovo e il consigliere comunale gradiscano Michele Freschi, é stata la capogruppo del M5S a Gorizia, Manuela Botteghi.

Ignazio Corrao ha denunciato le enormi speculazioni, anche politiche e mediatiche, che fanno da contorno alla questione dell’accoglienza dei migranti, mentre fabio Massimo Castaldo ha sottolineato come il fenomeno sia destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni, mentre si sconta la mancanza di una linea politica decisa da parte degli Stati membri dell’Ue.

Il sindaco del capoluogo isontino, Ettore Romoli, ha spiegato come  i numeri siano contenuti anche nella nostra regione e non sia corretto parlare di invasione: ma la percezione è diversa, perché manca un’equa distribuzione sul territorio regionale di questi migranti. Il piano di Torrenti è ottimo, ma è rimasto sulla carta: i sindaci dell’Isontino, eccezion fatta per Gorizia e Gradisca, non stanno facendo la propria parte, quindi sulla nostra città piomba l’intero carico.

Secondo l’assessore regionale alla Solidarietà, Gianni Torrenti, a Gorizia non c’è stata una corretta politica della prima accoglienza, con il volontariato a sopperire alla mancanza delle istituzioni. Comunque, a fronte di otto ambiti effettivamente sotto pressione, il 30 per cento dei sindaci della nostra regione accoglie sul proprio territorio comunale i richiedenti asilo, con una media decisamente superiore a quella nazionale. Come riportato da Torrenti, a giugno le richieste d’asilo accolte in regione erano 1.975, mentre oggi sono 3.400.

A rappresentare una parte del mondo del volontariato che si sta occupando dell’accoglienza è stata Tamara Lauri, dell’associazione Insieme con Voi, che ha evidenziato come il Comune abbia ostacolato anche con modi tristissimi, come le operazioni di pulizia che hanno portato via coperte e documenti dal parco, le attività del volontariato in favore dei richiedenti asilo.

Secondo Lauri, se un’organizzazione internazionale come Msf ha deciso di intervenire, significa che la situazione è grave: effettivamente a Gorizia manca totalmente la prima accoglienza, e di fronte alla mancanza di alternative fornite dalle istituzioni, è il volontariato che ci ha messo la faccia.