Ieri abbiamo celebrato la Giornata Mondiale della Biodiversità, proclamata dalle Nazioni Unite 17 anni fa.

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Ritengo che questa ricorrenza non sia stata istituita solo per una questione meramente celebrativa, ma perché già nel 2000 vi fosse il sentore di un pericolo latente che oggi purtroppo è realtà, ovvero che alcune forme di vita vegetali e animali si stanno estinguendo rapidamente.

La biodiversità è alla base dell’esistenza stessa: l’equilibrio invidiabile di cui è propria la natura.

Quest’equilibrio però si è spezzato e dagli anni ‘70 ad oggi la biodiversità ha perso più del 40%: in Italia, ad esempio, negli ultimi cento anni sono scomparse dalle nostre tavole tre varietà di frutta su quattro.

Vi rendete conto? Ciò equivale al 75% del totale che di fatto è sparito, non c’è più. Sono questi alcuni dei numeri con cui ci si ritrova a fare i conti oggi, nella Giornata Mondiale della Biodiversità.

Festeggiamo la biodiversità ma questa è pesantemente a rischio, tra perdita di habitat, cambiamenti nel clima, mutazioni genetiche. Inutile che vi dica che è proprio l’intervento dell’uomo ad essere il principale artefice di questo disastro.

Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, possiamo rallegrarci del fatto che la nostra Italia detiene un vero e proprio primato europeo con 55.600 specie animali pari al 30% di quelle europee e 7.636 specie vegetali che sono state salvate dall’estinzione.

Ma le responsabilità comunque rimangono a carico di quelle scelte di natura politica che vanno verso l’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale, mettendo in pericolo anche le coltivazioni autoctone che si tramandano di generazione in generazione.

Ci rendiamo conto che ridurre la biodiversità oltre a squilibrare l’ambiente significa anche ridurre allo stesso modo anche l’identità culturale del nostro paese che da tempo immemore è legato ai valori dell’agricoltura, della qualità e dell’unicità?

Senza soffermarmi ulteriormente sui valori statistici che annualmente vengono pubblicati su questo tema credo di poter affermare che sostenibilità e biodiversità siano due facce della stessa medaglia. La biodiversità è essenziale per la sopravvivenza del pianeta e l’invadenza dell’uomo è una delle minacce al mantenimento di questo equilibrio. La tutela della biodiversità e la sicurezza alimentare devono essere priorità assolute. E proprio noi, che lavoriamo nelle Istituzioni dobbiamo supportare e incentivare gli agricoltori che si fanno carico della tutela della biodiversità.

È necessaria quindi un’inversione di marcia, mirata alla sua salvaguardia e al recupero di una relazione più diretta e profonda tra uomo e natura.

Già nel 1924 Rudolf Steiner si pose il problema e fondò quella che possiamo definire come l’agroecologia, in pratica l’agricoltura biodinamica, impostata appunto sull’osservazione e sul rispetto della natura. Secondo le leggi e le modalità di coltivazione della biodinamica la biodiversità è fondamentale e la natura si cura la natura.

Potrei scrivere ancora molto su questo tema, mi riprometto che lo approfondirò, ora mi limito a chiudere questa riflessione con una richiesta che rivolgo a voi tutti: difendiamo insieme la biodiversità, supportiamo un’agricoltura sostenibile, boicottiamo chi la vuole distruggere!