Renzi, con il potere che ha, poteva fare una seria legge contro la corruzione, un vero piano per creare posti di lavoro, dare avvio al reddito di cittadinanza. Invece decide di  riformare la legge più importante che tiene unito il Paese e ci assicura un assetto democratico. Perché tanta fretta? Perché costringere il Paese a scegliere su qualcosa che non è affatto prioritario? Perché Renzi vuole assicurarsi un potere personale amplificato e i suoi colleghi vogliono assicurarsi un posto di lavoro con l’immunità. Questa è la loro priorità.

Il Senato non verrà abolito. Verranno nominati nuovi senatori, scelti tra i sindaci e consiglieri regionali, oltre a quelli nominati dal Capo dello Stato. I gruppi parlamentari resteranno, così come le Commissioni. Continueremo a pagare la gran parte dei costi del Senato, cioè gli stipendi e le indennità dei nuovi senatori, la gestione degli immobili e dell’intera struttura, i servizi, il personale e cosi via.

Non è vero, come dice Renzi, che ci saranno grandi risparmi per la politica. Qui siamo di fronte alla lotteria dei numeri, lo zuccherino per far ingoiare la pillola amara: la Boschi ha parlato di 490 milioni di euro di risparmio all’anno, Renzi addirittura di un miliardo. La ragioneria generale dello Stato ci dà la cifra ufficiale: circa 57 milioni di euro. E’ un risparmio irrisorio rispetto al bilancio dello Stato. Per capirci: non avendo accorpato il referendum sulle trivelle del 17 aprile col voto per le amministrative, il Governo Renzi ha buttato via 300 milioni di euro.

Noi continuiamo a marciare, partecipare attivamente epr far conscere ai cittadini la verità sul #Renzerendum. Qui siamo a Piancavallo. Grzie a tutti gli attvisti!