Ieri il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha respinto l’emendamento proposto dai nostri portavoce sul trasporto pubblico gratuito. Non avevo dubbi che sarebbe andata così, d’altronde avevo letto le affermazioni dell’Assessore Santoro, una degna premessa al voto.

Leggo le sue risposte in merito alle proposte dei miei colleghi portavoce regionali, risposte scontate perché provenienti da una parte politica che si è dimostrata in questi anni priva di progettualità e di una visione internazionale che gli amministratori di un territorio dovrebbero avere. Poi non stupiamoci che l’Italia risulti essere fanalino di coda anche su queste tematiche.
Le nostre proposte sono “inique”?

Iniquo è obbligare i cittadini a possedere un’automobile per potersi spostare. Iniquo è depauperare le nostre montagne cancellando i servizi e rendendoli cari e inesistenti. Iniquo è chiedere a cittadini sempre più poveri di pagare lo stesso biglietto dei pochi ricchi che, viste le politiche di distruzione del territorio della Giunta Regionale, continueranno a viaggiare in automobile.

“I consiglieri M5S dimenticano totalmente che i servizi sono affidati con gara pubblica e che – ha spiegato Santoro – ci sono delle condizioni contrattuali e anche delle offerte migliorative di chi esercita il servizio”. Non lo dimentichiamo, ma pur essendo totalmente in disaccordo con l’idea che il trasporto pubblico sia di gestione privata, le gare si fanno con un’idea politica. Quella del PD di Serracchiani è svendere i servizi e far guadagnare i privati. L’idea del M5S è di dare lavoro a centinaia di persone nel trasporto pubblico e servire adeguatamente tutti i cittadini.

Non contenta la Santoro rilancia: “la demagogia dei M5S diventa pura iniquità, perché la loro proposta non si limita ad individuare alcune categorie di persone da agevolare nel trasporto pubblico, ma lancia la gratuità per tutti, ricchi e poveri, giovani e meno giovani, e incredibilmente solo per il trasporto su gomma, come se coloro che usano il treno fossero figli di dèi minori”.

I ricchi dovrebbero, sempre che Santoro si sia dimenticata la norma attuale, pagare i servizi secondo le aliquote progressive come chiede la Carta Costituzionale. Più si è ricchi, più si pagano le tasse, più si contribuisce al finanziamento dei servizi. Nulla di più equo è che questi siano senza ulteriore esborso di denaro da parte dei contribuenti.

trasportopubblicogratuito

Sul fatto che la proposta sia dedicata solo alla gomma, i miei colleghi le hanno risposto a ragione che saranno ben disponibili a votare una proposta per allargare la gratuità anche i treni, ma prima è necessario concentrarsi a sistemare le criticità delle reti ferroviarie e a migliorare i servizi.

Secondo la Santoro i portavoce M5S “Ignorano che l’indirizzo, sia della normativa Statale sia dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, è di tendere ad almeno il 35% di ricavi dai titoli di viaggio nel trasporto pubblico, non certo ad andare verso lo zero”. A questo rispondiamo che chiaramente abbiamo idee e posizioni molto diverse e distanti. Il M5S non si riconosce nel dispositivo Bassanini che ha distrutto il patrimonio ferroviario e del trasporto pubblico nazionale, proprio invocando un concetto errato.

Il trasporto pubblico, essendo finanziato per oltre il 90% dalle tasse dei cittadini, non ha carattere economico…ma appunto di servizio.

“Ancora, le ulteriori coperture individuate per la norma ‘a regime’ – ha puntualizzato Santoro – in parte sono estremamente nebulose, in parte prevedono l’utilizzo del ribasso d’asta esito della recente gara per l’affidamento dei servizi di TPL eliminando con ciò qualsiasi possibilità di futuro miglioramento quantitativo dei servizi di TPL, incremento dei servizi richiesto a gran voce dal territorio e concretizzabile proprio grazie all’utilizzo di tale ribasso, rendendo il trasporto pubblico locale maggiormente diffuso e capillare”.

L’esperienza mondiale, posto che l’Assessore Santoro la conosca e l’abbia analizzata, indica che il trasporto pubblico non è finanziato dal biglietto, ma dalle finanze pubbliche. È il PD in Regione, e prima il PDL (Forza Italia o come la vogliamo chiamare) ad aver demolito il servizio creando società di comodo che sono servite solamente come poltronifici diminuendo gli investimenti in questo comparto fondamentale per la vita dei cittadini.