Olio, Parmigiano, ma anche i nostri vini e la pizza stanno correndo un serio pericolo. In questi giorni l’ONU, tramite la sua agenzia speciale per la sanità (OMS) ha reso noto che intende promuovere una tassazione per tutti i prodotti che vengono classificati come poco sani, perchè contenenti sale, grassi e zucchero. Le eccellenze del Made in Italy verrebbero tassate con lo stesso principio delle sigarette. Ma com’è possibile che i nostri prodotti alimentari, invidiati dal mondo intero, ricevano lo stesso trattamento delle sigarette? Potrebbero, infatti, essere marchiate anche con bollini che ne segnalano la “pericolosità”. made in italy Tale approccio sarebbe corretto se venisse applicato per contrastare il cibo spazzatura, ma non è accettabile nei confronti dei prodotti di qualità. Invece, anche rispetto alle etichette semaforo di cui ho già parlato qui https://bit.ly/etichette_semaforo, il bollino verde verrebbe concesso a bibite gassate composte in laboratorio e quello rosso a un olio DOP italiano, perché non c’è un ragionamento consapevole sulle quantità di prodotto consumato. Tutto ciò potrebbe accadere perché l’ONU intende ridurre di un terzo entro il 2030, l’incidenza di malattie non trasmissibili come il cancro, il diabete e le patologie cardiovascolari. Spingendo per l’introduzione di una tassa su tali prodotti, l’obiettivo è esattamente quello di scoraggiarne il consumo. Eppure la dieta mediterranea è riconosciuta dalla stessa OMS come la più salutare e variegata. Se dovesse entrare in vigore tutto ciò, il danno avverrebbe su due fronti: quello dei consumatori e quello dell’export. Come riporta Il Sole 24 ore, una tassa del 20% su tali beni porterebbe all’aumento nella spesa di una famiglia italiana di ben 546 euro all’anno. Inoltre calerebbe a picco la portata dell’export del Made in Italy, che nel 2017 ha toccato i 41 miliardi. Il fatto assurdo è che viene permesso il consumo di bevande gassate e altri cibi spazzatura, che sono realmente causa di gravi malattie e obesità, mentre ora invece si sceglie di disincentivare il consumo dei nostri prodotti di qualità garantita. Il 27 settembre si discuterà la proposta nelle sedi dell’ONU, ma il Governo italiano ha già promesso battaglia. Se vogliamo davvero trovare una soluzione alimentare alle malattie non trasmissibili, la strada da percorrere è quella dell’educazione. Bisogna attivarsi per far capire alle persone l’importanza di una dieta variegata, consapevole ed equilibrata, e non tassare i prodotti per diminuirne il consumo. Inoltre sarebbe bene concentrarsi e investire sul contrasto ai veri cibi spazzatura, ovvero tutti quegli “alimenti”, se così si possono chiamare, che hanno uno scarso valore nutrizionale, ma un altissimo contenuto di zuccheri o grassi.