Gli scienziati stimano che se non ci fossero le api, mancando la loro opera di impollinazione, ci troveremmo in un mondo senza numerosi frutti e verdure, come pere, mele, zucche, angurie, kiwi, zucchine, pesche, albicocche e molto altro. Così centinaia di specie di piante scomparirebbero e la sopravvivenza del genere umano sarebbe a repentaglio.

Le cause per cui le api muoiono sono le stesse che, alimentando un circolo vizioso, stanno mandando in crisi il sistema agricolo: per avere più resa economica si fa uso di pesticidi e sostanze tossiche, e si scelgono varietà di colture che rendono di più. Così facendo però il terreno si impoverisce e la produttività cala. Allora si passa a sostanze più aggressive e si selezionano ancor di più, uniformandole, le varietà di piante da coltivare. E alla fine, invece di migliorare la situazione, ci si ritrova senza un reddito dignitoso a fine mese e con un terreno non più fertile.

Per interrompere questo circolo vizioso, l’ho detto più volte ai miei colleghi in Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, e se ne dovranno fare una ragione: serve una Politica capace di accompagnare l’agricoltore nella creazione di una filiera agroalimentare sostenibile e sana, che sappia dare un equo reddito e tutelare la salute delle persone e dell’ambiente.

Come?

Bandendo l’utilizzo di sostanze tossiche e allo stesso tempo investendo in innovazione e ricerca per sostenere lo sviluppo di sostanze a impatto zero.

Favorendo la cosiddetta ‘agricoltura di precisione‘ che grazie a mezzi automatici e analisi puntuali dello stato dei terreni permette azioni puntuali solo dove servono riducendo così gli sprechi.

Aiutando gli agricoltori non solo sul fronte economico in caso di crisi ma anche su quello informativo per diffondere le conoscenze di chi ha già sperimentato modelli virtuosi e ancora di più su quello formativo, per esempio, nella creazione di modelli di impresa al passo coi tempi.

Tutelando la qualità dei prodotti sul mercato tramite una etichettatura chiara e combattendo le contraffazioni con sistemi di controlli efficaci.

Garantendo a tutti di poter fare impresa vedendosi riconosciuto il giusto valore del proprio prodotto contrastando le pratiche sleali che scaricano sull’agricoltore il rischio di impresa della distribuzione.

Che dite? Così sopravviveranno le api?

 

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