Presto, i genitori dei ragazzi che frequentano le mense scolastiche di Pordenone, potranno scegliere tra le varie opzioni per il pranzo anche il menù vegetariano o vegano. Fino a oggi, questa scelta era possibile soltanto per questioni religiose o di salute. Credo si tratti di un passo in avanti, anche sul piano etico e culturale, che cancella una limitazione anacronistica e sconfessata da studi e ricerche.

Proprio in queste settimane, peraltro, la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento – della quale faccio parte – sta discutendo del regolamento della Commissione europea che prevede specifiche misure di promozione dell’uso costante di frutta, verdura e latte negli istituti scolastici. Il centro di questo programma deve essere prima di tutto la dimensione educativa, perché lo scopo di questo progetto sta nel modificare le abitudini alimentari dei ragazzi non solo all’interno degli istituti, ma una volta usciti da scuola.

Uno degli emendamenti al regolamento che ho presentato, chiede di tenere conto anche delle questioni etiche legate alle fasi di realizzazione e confezionamento del prodotto servito sulle tavole delle mense scolastiche. Se l’emendamento dovesse passare, la distribuzione dei prodotti negli istituti scolastici italiani potrà avvenire solo dopo che il Governo avrà preso in considerazione, non solo parametri ambientali e sanitari, ma anche criteri etici, come richiesto dal Movimento 5 Stelle. Un altro elemento riguarda i criteri di distribuzione dei prodotti: anche nelle mense andrebbero valorizzati quelli locali, a km 0. Invito le amministrazioni a seguire l’iter del dibattito sul punto, anche intervenendo in maniera attiva con proposte da inoltrare attraverso i miei profili social o il mio blog per far sì che l’Europa possa costituire una tangibile opportunità per i territori.