Da giorni assistiamo ad un rimbalzo di accuse tra Germania, Belgio e Olanda sul caso delle uova contaminate con il fipronil. A mio avviso oltre a punire i responsabili del ritardato allerta, dobbiamo porci degli interrogativi sulla qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole. Questa che è una vera e propria frode, in quanto si tratta di un prodotto non consentito nella catena alimentare, deve, ancora una volta, farci porre l’attenzione sulla qualità del cibo che mangiamo e sulla necessità di controlli rapidi ed efficaci perché con la salute delle persone, e dei bambini in particolare, non possiamo accontentarci di un semplice “abbiamo rispettato le procedure”.

Con la salute delle persone non si scherza. Immediatamente doveva essere comunicato che nelle uova erano stati ritrovati elevati livelli di fipronil, un insetticida tossico vietato nella produzione di alimenti destinati al consumo umano. Di poco conto le dichiarazioni della portavoce della Commissione europea, Anna-Kaisa Itkonen che ha dichiarato ai giornalisti che “le uova contaminate sono state tracciate e ritirate dal mercato e la situazione è sotto controllo”: bisognava agire prima ed in modo tempestivo. Non possiamo prescindere dal fatto che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la sostanza è altamente tossica e può danneggiare il fegato, la tiroide e i reni se ingerito in grandi quantità e per un lungo periodo di tempo.
Questi ritardi e questo scambio di accuse tra i Paesi coinvolti non è assolutamente accettabile. La salute dei cittadini innanzitutto.