Le coltivazioni transgeniche costituiscono un rischio ben più grande di quello dipinto da certi media. Non è sufficiente dire “se non voglio mangiare prodotti transgenici, non li compro”. Chi coltiva mais geneticamente modificato può facilmente contaminare non solo i propri vicini, ma anche campi a chilometri e chilometri di distanza, causando pesantissimi danni economici agli agricoltori. 


In Europa si sono già verificati numerosi casi di contaminazione che hanno fatto perdere milioni ad agricoltori che con fatica e pazienza portavano avanti i loro terreni. Per rendere l’idea dei danni arrecati agli agricoltori, un esempio eclatante é stato quello del
 2009, in Spagna, quando un gran numero di agricoltori convenzionali è stato costretto a vendere il proprio raccolto di mais come mangime per animali e non per il consumo umano, perdendo ben 18 euro a tonnellata, dopo aver subito una contaminazione del raccolto. Da allora nulla é cambiato dal punto di vista dei metodi per la prevenzione. Tutti gli agricoltori sono a rischio.

ogm


Se questi sono gli effetti sull’agricoltura convenzionale, figuriamoci sul biologico, soggetto a paletti ben più stringenti. Ogni prodotto biologico contaminato da Ogm perde immediatamente la sua certificazione e quella quota di mercato che era riuscito a ritagliarsi negli anni. Per definizione, un prodotto biologico è privo di Ogm e la normativa UE sui cibi e l’agricoltura biologica dichiara che gli Ogm e i prodotti derivati da Ogm non devono essere utilizzati come cibo, sementi, prodotti per la protezione delle piante, fertilizzanti, ammendanti, nutrienti per la coltivazione, micro-organismi e animali per la produzione biologica.


Nell’UE il cibo e le sementi contenenti OGM devono essere etichettate, anche se il Regolamento 1829/2003 permette la presenza accidentale e tecnicamente inevitabile di Ogm in un dato ingrediente, purché essa rimanga inferiore al limite dello 0,9%.


Nel 2012 la produzione biologica si è estesa su circa 10 milioni di ettari all’interno dell’Unione Europea. La spesa pro capite nell’acquisto di prodotti biologici è stata di 34,7 euro, mentre la vendita al dettaglio è stata pari a un valore di 22,7 miliardi di euro. E il mercato dovrebbe raddoppiare di qui al 2020.


Per l’Italia, tutelare il biologico significa non solo tutelare l’ambiente e la dimensione etica dell’agricoltura, ma anche il nostro Made In, perché se vogliamo sopravvivere sul mercato internazionale non possiamo che puntare sulla qualità.
L’unico modo per eliminare il problema della contaminazione da Ogm è vietare gli Ogm. In Europa il Movimento 5 Stele lotta per tutti coloro che vogliono trovare nei propri piatti un cibo sano e di qualità.