Ora che il governo, dopo numerose sollecitazioni, ha recepito la formula prevista dalla direttiva europea dello scorso marzo, Fidenato si deve adeguare.

Deve stoppare definitivamente e in maniera risoluta ogni ulteriore semina di mais geneticamente modificato. L’ora delle provocazioni è definitivamente scaduta.

La decisione dei ministri italiani per le Politiche agricole, della Salute e dell’Ambiente di notificare alla Commissione Europea la richiesta di esclusione di tutto il territorio italiano dalla coltivazione di tutti gli Ogm autorizzati a livello europeo, deve avere risvolti immediati e tangibili anche sul territorio del Friuli Venezia Giulia, dove peraltro una moratoria era già stata approvata dal Consiglio regionale.

ogm fidenato

L’ulteriore presa di posizione a livello nazionale, pur tardiva, mette spalle al muro Fidenato e i pochi che insistono sulla strada della semina di mais transgenico, ormai abbandonata in gran parte d’Europa.

L’Italia ha deciso di schierarsi contro la coltivazione degli otto tipi di mais per i quali era stata chiesta l’autorizzazione alla coltivazione nei territori degli Stati membri. Un no che segue quelli di Austria, Croazia, Francia, Grecia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Cipro e Lettonia, che hanno già ufficializzato il provvedimento, e di Germania, Slovenia, Danimarca e Bulgaria, che proprio come il nostro Paese hanno già inviato richiesta di bando.

E’ l’ennesima vittoria degli agricoltori contro le multinazionali dell’Ogm, la vittoria delle produzioni di qualità e di chi si adopera per tutelare il made in Italy. Dopo che anche il Consiglio di Stato e il Tar del Lazio hanno respinto le sue istanze, Fidenato si rassegni e la smetta di anteporre i propri interessi a quelli della maggioranza di agricoltori e di tutti i cittadini, rispettando i piccoli produttori che con sacrifici si impegnano per contribuire all’autentica ricchezza del territorio.