Le emissioni di gas serra provenienti da agricoltura, silvicoltura e pesca sono quasi raddoppiate nel corso degli ultimi 50 anni e potrebbero aumentare di un ulteriore 30% entro il 2050 se non verranno messe in campo misure concrete per contrastare il cambiamento climatico, come ha ricordato la Fao in occasione della giornata mondiale del suolo.

Il cambiamento climatico rappresenta una seria minaccia alla volontà di garantire cibo per l’intero pianeta. L’innalzamento delle temperature ha un impatto pesantissimo su piante, semi e sui processi che avvengono nel suolo.

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Un suolo coltivato in maniera sana e sostenibile aiuta a combattere il cambiamento climatico, perché trattiene il carbone e riduce le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Al contrario, se il suolo viene coltivato con pratiche non sostenibili, il carbone contenuto nel suolo viene rilasciato nell’atmosfera in forma di biossido di carbonio (Co2), elemento che favorisce in maniera devastante il cambiamento climatico.

Le nuove frontiere dell’agricoltura rispettosa del suolo si chiamano agricoltura biologica, agro-ecologia, agricoltura di conservazione.

Queste tecniche producono suoli fertili, più ricchi di materia organica, e dunque di carbone, promuovono la rotazione delle sementi e la biodiversità e non utilizzano sostanze chimiche che impoveriscono il suolo. Questi suoli sono anche meno suscettibili di erosione e desertificazione e mantengono tutte le proprietà nutritive che consentono al suolo di essere più produttivo.

Un suolo coltivato in maniera sana significa più biodiversità e cibo più sano a disposizione. Speriamo che i 195 capi di Stato e di Governo riuniti a Parigi per discutere di clima se ne rendano conto.