Monitorare i risultati del Piano Verde per le Pmi, in modo da adottare correttivi rapidi ed efficaci se la strategia si dimostrasse carente. Sembra un principio semplice, ma in Europa troppo spesso se lo dimenticano. Per fortuna che a ricordarlo al Parlamento Europeo ci ha pensato il Movimento 5 Stelle, con un emendamento tradotto nel punto numero 13 di questa relazione pdf_download approvata martedì in Plenaria sulle opportunità di crescita verde per le Pmi.

Per il Movimento 5 Stelle, Commissione Europea e Stati membri dovranno monitorare i risultati conseguiti dalle Pmi che hanno avuto accesso ai finanziamenti per l’innovazione verde, in modo da valutare l’efficacia di tali finanziamenti. Qualora i risultati dovessero dimostrarsi insoddisfacenti, l’esecutivo comunitario dovrà approntare in tempi brevi le opportune modifiche per migliorarne l’efficacia.

crescita verde

Proprio quello che l’Europa non è stata in grado di fare fino ad oggi. Lo dicono i numeri: il 93% delle Pmi dell’Unione Europea promuove iniziative per l’uso efficiente delle risorse, ma solo il 42% ottiene un risparmio reale. Tradotto: gli strumenti per rendere le nostre Pmi più efficienti dal punto di vista energetico esistono, ma le iniziative condotte non sono per nulla efficaci. Con un monitoraggio costante le cose non possono che migliorare.

Grazie alla nostra proposta e al nostro voto in aula è passato (per una manciata di voti) il paragrafo 31 che invita la Commissione a includere, nel pacchetto sull’economia circolare, l’estensione dello strumento di eco-progettazione al fine di farvi rientrare la dimensione dell’efficienza delle risorse. L’eco-progettazione dovrà tener conto della durata, della riparabilità e della riciclabilità dei prodotti, comprese le norme per garantire un ciclo di vita minimo e il disassemblaggio.

Se guardiamo ad altri punti siamo però meno soddisfatti. Il M5S non condivide l’approccio che la “deregulation” sia per forza un “motore per la crescita”, come espresso nel paragrafo 33. Deregolamentare non significa automaticamente alleviare gli oneri burocratici delle Pmi, autentiche piaghe del tessuto produttivo nostrano. E’ sulla burocrazia che dobbiamo innanzitutto intervenire!

Qualche perplessità la lascia anche il paragrafo 34, dove si invita la Commissione a “presentare proposte legislative che comporterebbero un inutile onere amministrativo per le attività economiche e le Pmi”. Non vorremmo che gli “inutili oneri” finiscano per costituire un alibi al vicepresidente dell’esecutivo Timmermans che ha già posticipato a data da destinarsi il pacchetto sull’economia circolare e la direttiva sui rifiuti. Di cui l’Europa, invece, avrebbe bisogno subito.