Qualche giorno fa ho avuto modo di riflettere sul significato dell’insegnamento di “porgere l’altra guancia” e sull’interpretazione che mi è stata presentata:

“Uno schiavo, ai tempi di Gesù, una volta fatto inginocchiare veniva colpito in volto dal suo padrone con il dorso della mano, con un gesto che dall’alto andava verso il basso perché quest’ultimo non avesse a sporcarsi le mani. La guancia colpita era dunque la guancia destra. Se lo schiavo si fosse alzato in piedi avrebbe costretto il padrone a colpirlo con il palmo della mano e, quindi, a “sporcarsi” le mani, cosa che un padrone non avrebbe mai fatto.”

porgi

Perciò il “porgere l’altra guancia” è inteso come un modo per impedire al padrone di colpire ancora, è un modo per interrompere il sistema, per costringere il potente a fermarsi.

Il “porgere l’altra guancia” non è un gesto di passiva accettazione: è un gesto di insurrezione, un’azione di ribellione che non sfocia nella violenza ma che rivendica la propria dignità e il coraggio di affrontare le ingiustizie.