Il nuovo regolamento europeo sul biologico è sempre più a rischio, dopo la decisione di posticipare la scadenza degli emendamenti di ben due mesi, dal 27 febbraio al 23 aprile. Ora, il pericolo concreto è che venga stralciato. Un’ipotesi a dir poco allarmante.

Cosa sta accadendo? Lo spiego subito. Prima, ci ha pensato Jean Claude Juncker a mettere in stand-by il biologico per sei mesi chiarendo, all’interno del programma di lavoro della Commissione Europea per il 2015, che la proposta relativa ad un nuovo regolamento per il settore biologico sarebbe stata ritirata in caso di mancato accordo tra i ministri dell’agricoltura dei 28 Stati Membri entro il 30 giugno 2015. Ora in commissione agricoltura del Parlamento Europeo, arriva il rinvio di due mesi della scadenza per la presentazione degli emendamenti e con esso il rischio di affossare definitivamente l’iter normativo.

biologico

Con la scadenza degli emendamenti fissata per il 23 aprile, pare difficile ipotizzare dibattito e voto in seno alla commissione AGRI prima dell’ultima settimana di maggio.

A quel punto, Parlamento e Consiglio Europeo dovranno trovare in soli 30 giorni un’intesa che non è stata trovata in mesi di tira e molla. Mesi, tra l’altro, in cui l’Italia era al timone dell’Ue e non è riuscita a far passare la propria linea all’interno del Consiglio. Insomma, il rischio concreto è che l’Europa non permetta l’espansione del biologico, un settore in evoluzione, che ha bisogno di un regolamento al passo con i tempi, che accompagni la sua crescita piuttosto che comprimerla. Per comprendere l’importanza del Bio, basta ricordare che mentre i consumi alimentari sono in netto calo, la domanda di prodotti biologici è cresciuta del 17,3% nei primi cinque mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli operatori del settore biologico sono oltre 52 mila, con un aumento complessivo del 5,4% rispetto al 2012. Il giro d’affari complessivo del Bio in Italia ammonta a 3,1 miliardi di euro.