Francamente mi auguro una riforma elettorale non a misura dei partiti che attualmente governano ma che assicuri rappresentanza, democrazia e il ricambio dei politici di professione.

Ogni ragionamento su un’eventuale riforma della legge elettorale del Friuli Venezia Giulia, al pari delle altre, dovrebbe partire da un’analisi critica generale di come stia funzionando in regione la rappresentanza democratica; non dovrebbe guardare al consenso che attualmente hanno i partiti per non creare una legge cucita attorno a chi la fa oggi ma dovrebbe piuttosto avere una strutturazione che possa garantire il più possibile nel tempo la rappresentanza e la democrazia.

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E per garantire il ricambio della classe politica ed impedire l’accentramento del potere in mano ai soliti (pochi) noti, noi del Movimento 5 Stelle propone il modello già adottato per i propri rappresentanti: il limite di due mandati per gli eletti.

E così dovrebbe essere anche per tutti gli altri tipi di incarichi elettivi. Noi siamo contrari anche alle liste bloccate e senza preferenze, create dalle segreterie di partito senza elezioni primarie, perché sono una delle caratteristiche tipiche della partitocrazia che noi vogliamo combattere e che allontanano i cittadini dalla possibilità di scegliere i propri rappresentanti.