Scenari post Brexit: no ai tagli all’agricoltura e ai fondi per le Regioni
I tagli previsti all’agricoltura e ai fondi per le Regioni sono inconcepibili. La richiesta portata avanti dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che ha sollecitato tagli a diversi programmi comunitari, è di fatto antieuropeista. Non dimentichiamo che l’Austria assumerà a luglio la presidenza di turno dell’Ue: proprio l’Austria che prima dimostra di voler abbandonare la collaborazione europea, chiudendo le frontiere ai migranti, ora chiede tagli al budget. Questi sono esempi reali di antieuropeismo, ma fanno poco scalpore perché formalmente appartengono ai gruppi politici dominanti a Bruxelles. Infatti, non dimentichiamoci che Kurz è alleato di Berlusconi in Europa, entrambi fanno parte del Partito Popolare Europeo. A mio avviso è fondamentale puntare sui risparmi: per far ciò bisogna analizzare attentamente come vengono utilizzati i fondi per far venire a galla le spese realmente inutili e al contempo comprendere come migliorare l’efficienza di quelle indispensabili. Inoltre, ribadisco con forza anche in questa sede, che non ci può essere una convergenza dell’ammontare dei pagamenti diretti negli Stati membri: gli agricoltori di quei Paesi in cui il costo della vita è più alto non devono essere penalizzati. Non dimentichiamo inoltre quanto sia importante agevolare le piccole aziende che ovviamente fanno più fatica sul mercato trovandosi a competere con i grandi colossi Non bisogna sottovalutare poi i dati che ci dicono che in un decennio, a partire dal 2005, la dimensione delle aziende è aumentata del 36% e il numero delle aziende agricole è diminuito del 3,8% circa: questo significa che si va verso una vera e propria industrializzazione dell’agricoltura. Dunque a mio avviso i pagamenti devono essere calcolati in modo da favorire quelle aziende che generano maggiore occupazione in proporzione all’estensione, decrescendo con l’aumentare della dimensione per disincentivare le speculazioni di cui, ad oggi, soffre il mercato fondiario. Ci vuole una forte strategia e una volontà comune in questo senso: basta tagli ad un settore così importante quale l’agricoltura, sì alla razionalizzazione delle risorse e al taglio degli sprechi.