Le Regioni non lascino soli i piccoli produttori che saranno duramente colpiti dalla fine del regime delle quote latte che scatterà il primo aprile. Il Pacchetto Latte europeo, già in vigore, indirizza risorse alle organizzazioni di produttori. Le Regioni, come accaduto in Paesi come Francia e Germania, dovrebbero quindi farsi carico della situazione e verificare se e quante associazioni sono state costituite sul territorio. Se le associazioni di produttori non sono state ancora costituite, le Regioni si facciano parte attiva per promuoverle, assicurandosi di non lasciar fuori nessuno, soprattutto i piccoli produttori, e assicurandosi che queste associazioni siano davvero indipendenti. Se invece queste associazioni esistono già, sia sempre la Regione a verificare che tutti gli agricoltori siano stati coinvolti. E chi è rimasto fuori, va incluso.

Per noi del Movimento 5 Stelle questo è un passaggio doveroso da parte dell’amministrazione pubblica. Lo stop al regime delle quote latte dopo 20 anni rischia di avere due pesanti conseguenze immediate: il crollo dei prezzi e l’uscita dal mercato dei piccoli produttori. Molti addetti ai lavori hanno lanciato l’allarme ieri in un dibattito nel Parlamento Europeo al quale ho partecipato: un litro di latte rischia di costare meno di un litro d’acqua. E già negli ultimi mesi, complici l’embargo russo e il calo dei consumi, i prezzi del latte sono scesi bruscamente. Nei mesi a venire, la volatilità dei prezzi è destinata ad aumentare, con il rischio concreto di sbattere fuori dal mercato tutti i piccoli produttori.

Non possiamo stare a guardare che questo accada. Come portavoce del M5S in Europa continuerò a spingere per rendere il Pacchetto Latte più equo e attento ai piccoli produttori, ma le amministrazioni locali devono fare la propria parte, supportando le associazioni di produttori nate dal basso, che nel regolamento europeo hanno più potere contrattuale e possono, ad esempio, negoziare collettivamente i termini contrattuali, compreso il prezzo del latte crudo. Le Regioni si adoperino anche per garantire un sistema basato su filiere corte, mercati locali e cooperazione di piccoli produttori, strumenti incentivati dalla Politica europea per lo sviluppo rurale 2014-2020.