Leggendo la comunicazione della Commissione Europea sulla petizione Stop Vivisection, non posso che mostrare una grande delusione. L’11 maggio 2015 il Parlamento europeo ha ospitato un’audizione pubblica sull’iniziativa dei cittadini europei Stop Vivisection. Quasi 1 milione e 200 mila cittadini europei vuole superare la sperimentazione animale per misurare la reazione del nostro corpo a farmaci e sostanze, perché crudele verso gli animali, e inutile per l’uomo, poiché porta risultati in un numero molto limitato di casi.

La Commissione si era presa tre settimane per rispondere all’iniziativa dei cittadini e l’unica cosa che è stata capace di fare é una pura e semplice dichiarazione di intenti, dove l’esecutivo comunitario dice di voler superare la sperimentazione animale, ma non dice quando lo farà, né in che modo.

Solo una cosa dice con certezza, che la petizione firmata da quasi 1 milione e 200 mila europei per abrogare la direttiva 2010/63/UE, sugli animali usati a fini scientifici, non vale la pena di essere ascoltata.

stop vivisection

La ricerca scientifica in quanto tale deve stabilire in modo inequivocabile la relazione tra causa ed effetto. Una relazione che, a detta degli stessi ricercatori, non avviene con la sperimentazione animale, che dunque non é un metodo scientifico affidabile.

E’ noto come la vivisezione dia risultati completamente diversi anche con cavie della stessa specie, ma appartenenti a famiglie diverse. I ricercatori sperimentano un farmaco su un topolino bianco e ottengono dei risultati, poi sperimentano lo stesso farmaco su un topolino nero e ottengono risultati diversi. Figuriamoci se riescono a capire quale sia la reazione dell’uomo a certe sostanze. Come é possibile in questo modo tutelare la salute dei cittadini?

In pratica, nella sperimentazione animale si procede a tentoni e i risultati sono sempre più scarsi. Negli ultimi 20 anni, i farmaci introdotti sul mercato sono quasi sempre vecchi farmaci con un mix diverso degli eccipienti. I nuovi farmaci sono sempre meno, perché i ricercatori faticano a trovare le contromisure usando la sperimentazione animale.

Insomma, i progressi della ricerca biomedica e tossicologica non sono quelli dipinti dalle case farmaceutiche. La vivisezione rappresenta quindi un ostacolo alla ricerca, perché impedisce che una grande quantità di fondi venga orientata sullo sviluppo di pratiche alternative. Quando si testa un farmaco sul corpo umano, il numero di variabili in gioco é enorme e abbiamo bisogno di una ricerca seria, da XXI secolo, per effettuare un vero salto di paradigma.

Mi aspettavo che la Commissione predisponesse un piano di finanziamento concreto dei metodi alternativi. E mi aspettavo anche che la comunità scientifica fosse davvero coinvolta nel processo di cambiamento. Si poteva pensare ad un tavolo permanente di confronto con le istituzioni, ma niente di tutto questo é stato messo in pratica.

Evidentemente per la Commissione é più facile annunciare il cambiamento che perseguirlo per davvero.