Dopo Bruxelles, anche Strasburgo è in assetto di guerra.
Ogni anno arriviamo alla sessione plenaria di dicembre temendo che sia a rischio, e stanotte è capitato: diverse persone hanno perso la vita.
Dopo una notte all’interno del Parlamento europeo, sono rientrato in albergo assieme a colleghi, assistenti e dipendenti del Parlamento, tutti scortati dalla polizia.
Sto bene, ma con tanta amarezza nel cuore.
Oggi i lavori riprenderanno, non ha senso commentare l’odio, quanto piuttosto cercare di comprenderne l’origine. La miglior risposta è continuare a fare il possibile per costruire una società più equa.
Dobbiamo riflettere sul perché stia diventando normale vivere in uno stato di paura. Il futuro che mi aspetto è un altro.