Sulle Pratiche Commerciali Sleali in agricoltura, il rapporto della Commissione Europea è apparso ancora una volta insufficiente.

Il Movimento 5 Stelle chiede a gran voce una normativa chiara e certa che tuteli davvero le Pmi e i consumatori.

La Commissione ci ha fornito un rapporto di valutazione dell’efficacia della Supply Chain Initiative. E devo dire che purtroppo i dati contenuti non hanno completamente dissipato i dubbi che già nutrivamo sull’efficacia di questa iniziativa se non adeguatamente supportata da altre azioni complementari.

In particolare, manca una vera analisi quantitativa e qualitativa dei casi risolti attraverso le buone pratiche promosse dall’iniziativa. Quantitativa innanzitutto: il numero delle denunce è significativo rispetto ai casi di abuso? O è una percentuale minima?

E poi qualitativa: chi sono i soggetti coinvolti? I soggetti più deboli ne hanno usufruito? O il fattore paura ha ancora una volta avuto la meglio e non si sono sentiti tutelati a sufficienza da poter utilizzare in tranquillità i mezzi messi a disposizione?

Ribadisco ancora una volta che non possiamo illuderci che la situazione si risolva solo grazie alla buona volontà di tutte le parti in causa.

La volontarietà non eliminerà i problemi. E mi dispiace che la Commissione sembri così restia a volersi far carico di un ruolo di garanzia vera, e non soltanto di promozione di buone prassi.

Gli anelli deboli della catena, quello finale – i consumatori – e quello iniziale – i produttori – hanno bisogno di essere tutelati e garantiti in modo serio e adeguato.

E sono fermamente convinto che questo possa avvenire solo tramite un intervento legislativo.

Sono consapevole che esistono pratiche commerciali differenti nei vari Stati membri e che perciò sia da evitare una norma eccessivamente invasiva che rischi di sconvolgere pratiche consolidate di scambio e vendita, con effetti che potrebbero essere peggiori della situazione attuale.

Quello di cui abbiamo bisogno è una norma quadro che fissi le regole di base, la tutela minima garantita, dando chiarezza e certezza ad un settore nelle cui ombre e pieghe spesso si annidano comportamenti vessatori.

Penso che non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione di chiedere alla Commissione questo quadro di garanzia per ristabilire equilibrio tra le parti della filiera.