Mercato unico dovrebbe significare pari diritti e garanzie per tutti i cittadini europei. Invece quello dell’Unione è un mercato unico solo a parole, ispirato più alle maglie strette dell’austerità che alla tutela dei consumatori. Un atteggiamento che ci fa perdere 651 miliardi di euro.

Chiediamo inoltre più impegno alla Commissione Europea anche sulle transazioni online, che vanno protette come quelle tradizionali.

Negli ultimi anni il semestre di coordinamento delle politiche economiche  è stato caratterizzato da una fredda severità contabile. Severità con cui la Commissione europea impone agli Stati membri l’applicazione di regole troppo spesso ispirate all’austerità, invece che alla promozione della crescita.

Il coordinamento delle politiche dovrebbe invece dare una forte opportunità di crescita e coordinare iniziative concrete, volte alla costruzione di quel mercato unico, in cui a tutti i consumatori sono riconosciuti pari diritti e garanzie.

Questo a maggior ragione nel mercato unico digitale, perché sempre maggiore importanza stanno assumendo le transazioni elettroniche. Se vogliamo incentivare queste attività i consumatori online devono vedersi garantito un livello di protezione pari a quello a cui sono abituati sul mercato tradizionale.

In questo settore, vero motore per la crescita commerciale, la Commissione deve ancora lavorare molto, perché non è ancora riuscita a dare uniformità e coerenza al quadro normativo.

Chiudo con un dato. Lo studio Cecchini dello scorso settembre evidenzia come il non completamento del mercato unico ci fa perdere 651 miliardi di euro in mancati guadagni.