Per i millennials è la resilienza, un termine preso a prestito dal mondo dell’ingegneria, delle fabbriche, del popolo che non demorde e non si ferma ai primi problemi; e nemmeno ai secondi e terzi.

Per chi ha scritto pagine più analogiche invece, la si è chiamata resistenza, ed ha portato molto di più di una “semplice” liberazione; ha portato la forza della comunità, la capacità dell’uomo di rafforzarsi attraverso l’obiettivo che porta nella testa, e nel cuore.

Oggi che festeggiamo il 25 Aprile, rivedo in questo albero la rete umana che vinse la guerra fisica ed ideologica, in quei rami ci vedo le braccia e le mani tese di un popolo che non si è dato per vinto. 
Sono le stesse braccia e le stesse mani che ho incontrato in questi anni di politica attiva, durante i convegni, i piccoli meeting e le strette di mano alla fine di ogni incontro.

Oggi ci sono giovani imprenditori che fanno tesoro delle esperienze e delle parole preziose di chi ha lavorato sodo per dare alla nostra terra frutti unici, un sapere, che come il tronco di un albero, resta solido e portante nel terreno del tempo.

Ragazzi che utilizzano mani su tastiere che sempre di più aiutano nella salvaguardia del territorio, che sempre di più si uniscono e fanno rete, fanno sistema; fanno Italia.

 

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