La prossima settimana a Bruxelles parteciperò ai dibattiti delle Commissioni IMCO e AGRI per discutere sulle pratiche commerciali sleali nel settore alimentare. Sembrano argomenti molto lontani dalla vita quotidiana di ogni cittadino, ma in realtà ciò che succede nell’ambito del commercio interaziendale, trova un riscontro tangibile anche nella realtà di tutti i giorni per i consumatori. Chiariamo innanzitutto di che cosa si tratta. Le pratiche commerciali sleali sono quelle pratiche che non seguono una buona condotta sul mercato, sono in contrasto con i principi di buona fede e correttezza e di solito vengono imposte da un partner commerciale più forte a un altro contrattualmente più debole. Proprio la filiera alimentare è particolarmente esposta a questo fenomeno e la proposta che si sta discutendo al Parlamento europeo si occupa anche dei prodotti agricoli e della pesca. Il testo vuole introdurre un livello minimo di tutela in materia di pratiche commerciali sleali, in quanto queste vanno a ledere gli anelli più deboli: noi consumatori e i piccoli produttori. Questi ultimi non hanno abbastanza forza contrattuale per contrastare lo strapotere della grande distribuzione e necessitano di maggiori strumenti per proseguire in maniera redditizia la propria attività. Perciò, prima di intraprendere grosse spese di fondi pubblici, è fondamentale che vengano create le giuste condizioni di mercato che permettono ai piccoli agricoltori di operare nel proprio settore vedendosi riconosciuto il giusto profitto. Tali norme si dovranno applicare anche ai fornitori di paesi esterni all’Unione Europea, così che gli acquirenti non siano incentivati ad acquistare da un mercato libero di imporre le sue regole, garantendo perciò l’equità ed evitando distorsioni indesiderate. Viene imposto, inoltre, agli Stati membri dell’UE di indicare un’autorità competente per il contrasto delle pratiche commerciali sleali, che sia dotata della facoltà di avviare indagini di propria iniziativa o in seguito a una denuncia e stabilire le giuste sanzioni. Lavorerò affinché con questa normativa si possa dare una svolta al nostro mercato verso condizioni di lavoro più eque e che permetta una giusta distribuzione del reddito su tutta la filiera agricola.