Lo scandalo che coinvolge Volkswagen è grave.

È grave perchè colpisce uno dei fiori all’occhiello dell’industria europea.

È grave perchè colpisce uno dei Paesi che sempre più ci viene indicato come modello di integrità e correttezza.

E ciò che inquieta ancora di più sono le notizie che trapelano dai giornali, secondo le quali sia il governo tedesco che la Commissione sapevano di queste frodi. E hanno taciuto.

Se questo scandalo avesse coinvolto un’azienda di uno dei tanto criticati Paesi del Sud Europa come sarebbe stata gestita questa situazione?

Con lo stesso atteggiamento prudente e garantista?

O non sarebbero già arrivati rimproveri e punizioni?

Questo scandalo mette alla luce una verità per alcuni amara.

Non ci sono Stati membri di serie A e stati membri di serie B.

L’Europa “a due velocità” esiste solo nella mente di chi, a Bruxelles o in qualche altra capitale, spera di usare questo concetto a proprio esclusivo vantaggio.

È ora che quei governi che in questi anni hanno preteso di fare i professori (e insegnare come comportarsi), scendano dalla cattedra, e accettino il fatto di non essere i migliori.

È ora che quei governi comincino a collaborare con gli altri DA PARI A PARI, con vero spirito di solidarietà, per combattere i mali che affliggono l’Europa.

TUTTA l’Europa. Nessuno escluso.