Il decreto Dignità comincia a manifestare concretamente i suoi effetti. Molti sono i provvedimenti in via di attuazione, che vanno a toccare nello specifico il mondo del lavoro. Tra questi si parla di voucher, tema caldo per il territorio a Nord Est, che da sempre in questo periodo si mette in moto per lavori stagionali quali la vendemmia e la raccolta di frutta e ortaggi.

Come Eurodeputato del Movimento 5 Stelle eletto dal territorio e come membro della Commissione Europea Agricoltura e Sviluppo Rurale (AGRI), sono soddisfatto per la reintroduzione dei voucher nel settore agricolo che darà la possibilità di sostenere i lavoratori stagionali in un contesto di legalità e reciproca responsabilità con il datore di lavoro. Per questo motivo, dobbiamo prestare massima attenzione affinché non se ne faccia un uso furbo e improprio. Operare in un settore sano con i giusti strumenti porta frutti positivi ed è di sostegno all’equa distribuzione del valore economico sulla filiera agroalimentare, che da sempre ha un’importanza rilevante nel nostro territorio.

zullo voucher

Il panorama nazionale vede Di Maio pienamente soddisfatto, purché l’apertura ai buoni lavoro sia un’occasione per incentivare tali attività, e non diventi foriera di sfruttamento. Anche il presidente Moncalvo di Coldiretti sottolinea l’esigenza di velocizzare la procedura, in quanto circa la metà dei buoni lavoro in agricoltura viene impegnata per vendemmia e attività di raccolta, già partite con l’inizio del mese.

Guardando i numeri, fino ad ora il quantitativo di voucher in agricoltura è rimasto stabile ai dati del 2011, con un minor utilizzo rispetto a quello verificatosi in altri comparti: si parla di poco più di 2 milioni di buoni, simili ai 5 anni precedenti, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro. La Coldiretti stima che circa 50mila posti occasionali possano venir recuperati con maggior trasparenza e tutela. I nuovi buoni lavoro in agricoltura e nel turismo allungano l’arco temporale, da 3 a 10 giorni, per le imprese agricole e le strutture ricettive con non più di 8 dipendenti (per gli altri settore è 5).

L’obiettivo è uno: ridurre la burocrazia, riconoscendo al contempo la specificità e la dignità del lavoro. Occasionale sì, purché legale. Uno sviluppo importante, che guarda al territorio del Triveneto con particolare attenzione. Nei campi, i beneficiari possono essere disoccupati, cassaintegrati, pensionati e giovani. Proprio quest’ultimi son stati soggetto di un recente sondaggio Coldiretti/Ixe’: si stima che il 68% dei ragazzi italiani sarebbe disponibile a partecipare alle attività agricole stagionali. Un ritorno nei campi al quale vengono aggiunti nuovi mezzi, che si spera possano aiutare a combattere il grande circuito milionario che caratterizza da sempre il lavoro sommerso, offrendo al contempo l’opportunità di agevolare l’acquisizione di reddito tutelato per le categorie più deboli.