Il rispetto e la tutela del benessere degli animali in qualità di esseri senzienti è consacrata nell’art. 13 del Trattato sul funzionamento dell’Ue.

Eppure, è un principio di cui troppo spesso ci dimentichiamo. Viene richiamato saltuariamente, in atti legislativi nei quali entra solo marginalmente. Viene sbiadito da troppe eccezioni che permettono di aggirarne la portata, di volta in volta mascherate attraverso ragioni culturali, storiche, religiose.

Credo che sia arrivato il momento di abbandonare questa ipocrisia e affrontare la questione dimostrando la maturità del nostro grado di civiltà.

Dobbiamo abbandonare l’ipocrisia che permette che “per ragioni scientifiche”, migliaia di animali siano orrendamente sacrificati per la sperimentazione di farmaci e altri prodotti, quando ormai sappiamo che, oltre ad essere crudele, si tratta di una pratica che non dà nemmeno risultati certi.

Dobbiamo abbandonare l’ipocrisia che permette che “per ragioni culturali”, molti animali vengano trattati sfruttati nei circhi per il divertimento di un pubblico che non riesce a comprendere la sofferenza che si cela dietro una vita per loro innaturale.

Dobbiamo abbandonare l’ipocrisia che permette che “per ragioni religiose”, troppi animali vengano macellati seguendo procedure barbare che causano loro sofferenze atroci che potrebbero invece essere loro risparmiate senza danno per alcuno.

Perciò ho fiducia che questo Parlamento si dimostri all’altezza, e chieda alla Commissione di assumere un approccio trasversale attraverso azioni che abbiano come obiettivo principale, e non come misura accessoria il benessere degli animali (da compagnia, d’allevamento, selvatici…)

Dobbiamo renderci conto che noi esseri umani dovremmo essere i guardiani di questo splendido giardino che è la terra. Non i suoi parassiti.