Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, istituita dall’Onu. Si parla tanto di turismo accessibile e sostenibile, ma non c’è sostenibilità se non c’è pieno accesso alle strutture.

Mangiare e alloggiare fuori casa, andare a vedere una mostra o recarsi in vacanza non possono essere barriere insormontabili per nessuno. Né per le persone sorde, né per gli ipovedenti, né per chi è costretto su una sedia a rotelle, né per gli anziani con qualche difficoltà a muoversi.
Il turismo italiano dovrebbe essere attento alle esigenze di tutti, non soltanto per ragioni etiche, ma anche per questioni economiche.


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Perché più persone hanno accesso a un luogo, più ne traggono giovamento commercianti, enti e società di servizi che a quel luogo appartengono. Investimenti in infrastrutture adeguate garantirebbero ritorni ben più ampi nel lungo termine.

Troppo poco è stato ancora fatto dal ministero dei Beni culturali e del Turismo in materia. In Italia non esiste una mappatura ufficiale dei mezzi pubblici, dei musei, degli hotel, dei ristoranti e delle spiagge accessibili a tutti. Tutto è lasciato alla buona volontà dell’albergatore, del ristoratore o delle associazioni che offrono spontaneamente un servizio. E sono gli addetti ai lavori i primi a chiedere al ministro Franceschini una piattaforma condivisa a livello italiano che raccolga tutti i dati a disposizione ed elabori sia una mappa dei luoghi accessibili sia proposte tangibili per migliorare l’accesso a città, strutture alberghiere e ristoranti.