L`etichettatura dei prodotti alimentari é una misura a tutela dei consumatori che così sanno quello che mangiano. Ma anche a tutela delle produzioni italiane di qualità, che spesso si trovano a fronteggiare una concorrenza “sleale” da parte di produttori esteri.

200464099-001Purtroppo molte delle lobby vicine all’Unione Europea spingono per un`etichettatura più blanda, dove non sia inserita l`indicazione geografica di tutti gli ingredienti, affermando che questa porterebbe ad un aumento del costo finale del prodotto per il consumatore.
L`aumento paventato di questi costi, però, non è stato ancora dimostrato. Tutt’altro. In alcune occasioni sono state le stesse aziende italiane a smentirlo. Una di queste occasioni si è verificata martedì 11 in Parlamento Europeo, durante un evento organizzato dalla presidenza italiana su qualità e sicurezza alimentare.

Mella Frewen, direttore generale di FoodDrinkEurope, una delle principali lobby europee dell’alimentare, e prima ancora alto quadro della Monsanto, che certo non ha bisogno di presentazioni, ha spiegato che per colpa dell’etichettatura la carne ha visto incrementare i propri costi al banco del 10%. Aggiungendo che un`etichettatura totale, che comprenda la provenienza di tutti gli ingredienti, farebbe lievitare i costi per i consumatori di addirittura il 50%.
Cifre talmente tanto elevate da sembrare finte e infatti immediatamente smentite da chi lavora sul campo. Gianpietro Corbari, direttore generale della Granarolo, ha infatti replicato che l`aumento dei costi derivanti da un`etichettatura totale sarebbero molto limitati, pressoché nulli per la sua azienda e per chi, come loro “conosce già da dove vengono tutti gli ingredienti dei propri prodotti”.

Insomma, chi non ha nulla da nascondere è a favore della tracciabilità totale dei prodotti alimentari e di tutti i loro ingredienti. Oltretutto “sono i cittadini a chiedere con sempre maggiore insistenza la provenienza dei prodotti”, ha spiegato Christian Verschueren di Eurocommerce.

Come consumatore e come portavoce del M5S sono a favore di un`etichettatura che comprenda anche l’indicazione geografica per dare ai consumatori il maggior numero di elementi che consentano loro di fare le proprie scelte. E poi, se il mercato europeo è davvero sottoposto a regole comuni, l’etichettatura non dovrebbe essere un elemento discriminante, o no?