Sono stato stimolato ad intervenire nella disputa sull’ospedale di Pordenone (nuovo in Comina o ristrutturato in via Montereale) dal vivace dibattito che da qualche settimana si è acceso nella stampa e televisione locali. Il pungolo determinante mi è venuto però, dall’intervento dell’amico Renato Battiston che stimo molto e che conosco da lunga data.

Ritengo rispettabili tutti i punti di vista purché non siano inficiati da opinioni personalistiche che tendano ad escludere a priori la pluralità di posizioni legittimamente partecipanti alla formazione della scelta definitiva. La sintesi però che detta la tale scelta deve essere delegata, senza ombra di dubbio, all’intelligenza e alla capacità dei dirigenti politico–amministrativi che sono chiamati a tener conto di tutte le argomentazioni emerse nelle discussioni tra i partecipanti ai dibattiti.

Senza entrare nel merito scientifico, sanitario e organizzativo, di cui mi sento totalmente inadeguato, vorrei tentare di introdurre nella discussione un fattore che, a mio avviso, dovrebbe essere molto influente nel determinare la scelta ma di cui, ho impressione, non si sia sufficientemente sviscerata l’importanza. Ritengo responsabile e fortunata una comunità quando, attraverso il libero voto, sa scegliersi la classe dirigente politico-amministrativa che prometta e poi mantenga benessere personale e livello dei servizi comuni compatibili con le reali risorse a disposizione.
Ed è altresì importante che la stessa classe dirigente, in questo momento di gravissima crisi economica, sappia fissare delle precise priorità nell’impegno delle risorse della comunità. Non bisogna mai dimenticare che la pericolosa demagogia è in agguato quando il costo di un determinato livello di servizi è superiore all’entità delle risorse da destinare, con equilibrio tra le molteplici necessità, a tali sevizi.

Durante i settanta dei settantasei anni d’età ho potuto constatare l’evoluzione, in costante e progressivo miglioramento, del servizio sanitario comunale, provinciale e regionale alla stregua di tutti gli altri servizi. Non mi è difficile affermare che i miglioramenti avvenivano proporzionalmente alla capacità di produrre ricchezza del nostro sistema industriale la cui vivacità, incerti momenti felici, ci veniva invidiata in Italia e nel Mondo.
Ho letto che la Regione ha già in bilancio 150 milioni di euro a cui ne aggiungerebbe altri 30. Non intendo entrare nella diatriba del costo dell’ospedale in Comina perché sembra si stiano dando i numeri del lotto. Infatti c’è chi dice che la spesa sarà 230, chi 274 e chi 400 se non 500 milioni di euro.

A questo punto vorrei porre le seguenti domande:

  • siamo consapevoli in quali condizioni di salute si trovi il nostro sistema economico provinciale, regionale e nazionale dalla cui produzione di ricchezza si dovrebbero trarre le risorse per costruire e poi gestire i servizi di altissimo livello del nuovo nosocomio?
  • non sarà che la spesa che pretendiamo di fare risulti di gran lunga superiore alla ricchezza che il nostro sistema industriale, in grave crisi, riesca a produrre?
  • e non sarà proprio il nostro sistema produttivo, squassato dalla crisi, che necessita, in modo assolutamente prioritario, di quelle risorse se ci sono (180 milioni)?
  • non si può ritenere il nostro sistema sanitario provincial-mandamentale, aggiornato con la manutenzione, sufficiente in questo momento in attesa di tempi economicamente migliori?

 

La Nostra Regione ha gli strumenti finanziari per intervenire rapidamente e in modo anche più consistente dopo i recenti accordi in tale settore con il Veneto.

Se qualcuno avesse dei dubbi sulla durezza e complessità che sta attanagliando la nostra economia si legga con attenzione il reportage dalla Polonia del vicedirettore del Messaggero Veneto, l’amico Giuseppe Ragogna o l’intervista dell’amico dott. Maurizio Castro di recente nominato dal governo commissario straordinario della Acc o legga con attenzione i dati presentati dalla Cisl e dall’ Ice nella pagina 11 dell’economia del Messaggero Veneto di sabato 24 agosto 2013 o senta i pareri dei responsabili dei vari settori economici della provincia.

Non mi è difficile comprendere le istanze pro Comina dell’amico Renato Battiston ancorché giustamente influenzate dagli amici medici ma sono certo che sappia tenere in dovuto conto anche le argomentazioni da me qua riportate.
All’amico Vicepresidente Sergio Bolzonello mi permetto di suggerire quanto sia ragionevole il cambiamento di posizione quando ci si trovi di fronte a sostanziali cambiamenti della situazione economica.

Ho firmato per i ristrutturatori di via Montereale con il futuro utilizzo della caserma Mittica. Desidero però precisare che era mia intenzione indicare, per questo momento, un’efficace manutenzione più che una radicale ristrutturazione per la quale, ribadisco, ritengo sia opportuno attendere tempi economicamente più fausti.

Prata di Pordenone 26 agosto 2013
Angelo Piccinin

PS. Ritengo si stia profilando una inevitabile resa dei conti perché, i tempi migliori si verificheranno solo quando chi ci governa saprà ridurre, in modo consistente e permanente, quel 54% del Pil che anche nel 2012 è stato prelevato per mantenere un sistema burocratico pletorico ed inefficiente da cui deriva il tracollo della nostra competitività come dimostrano le ultime analisi UE dalle quali anche la nostra Regione risulta scivolata al 157® posto sui 262 territori in cui è stata suddivisa l’Europa. Se tale riduzione continua a non avvenire saranno inutili i 180 milioni ma anche qualsiasi altra somma che si riuscisse a mettere a disposizione del sistema produttivo provinciale e regionale caricato di costi insopportabili.